giovedì 26 febbraio 2015

Raffaele Damato Il marinaio barlettano tra due guerre

Raffaele Damato, la rivolta dei boxer e la prima guerra mondiale



 18 Novembre 2014
Raffaele Damato, marinaio barlettano della Brigata S. Marco, prese parte al Corpo di spedizione internazionale nella concessione di Tientsin, in Cina, dove fu inviato con un grande contingente militare europeo, per la difesa degli europei residenti a Pechino, durante "l'insurrezione dei boxer".

L'insurrezione dei Boxer (1900)
La ribellione fu sollevata in Cina da un grande numero di organizzazioni cinesi popolari, contro l'influenza delle colonie straniere presenti. Nel giugno del 1900, l'assedio posto dai rivoltosi al quartiere delle legazioni a Pechino, fu sostenuto anche da reparti dell'esercito regolare con il tacito consenso dell'imperatrice Cixi. I membri dei Gruppi di Giustizia e Concordia erano chiamati semplicemente "Boxer" dagli occidentali, per via della loro pratica di arti marziali.

L'alleanza delle otto nazioni (Austria-Ungheria, Francia, Germania, Italia, Giappone, Russia, Regno Unito e Stati Uniti d'America)
In aiuto degli assediati europei, fu costituita l'alleanza delle otto nazioni:Germania, Austria, Francia, Italia, Gran Bretagna, Russia, Stati Uniti e Giappone, inviarono un corpo di spedizione di circa 20.000 uomini, che occupò Tientsin e, raggiunta Pechino, riuscì a liberare gli assediati.
L'Italia inviò 470 uomini: due compagnie di bersaglieri e una compagnia di marinai, tra cui Raffaele Damato. il contingente italiano fu coinvolto in sanguinose battaglie.

La prima guerra mondiale (1915 – 1918)
Allo scoppio della prima guerra mondiale, Raffaele Damato fu arruolato come sotto - capo cannoniere nella Regia Marina, prendendo parte alle azioni di guerra nella zona di Cortellazzo, tra Chioggia e Venezia. In questa zona, si svolge una battaglia, in cui, il battello sui cui presta servizio Raffaele, respinge l'attacco frontale di alcuni battelli nemici. Il contrattacco dei marinai italiani, affondando uno dei battelli nemici, e mettendo in fuga gli altri barconi della marina tedesca. Nella battaglia navale, il marinaio Raffaele Damato fu ferito gravemente e morì il 14 novembre 1917. Per questa azione di guerra, fu decorato con la Medaglia di Bronzo.
Anni dopo la fine del conflitto, la salma di Raffaele damato fu traslata dal cimitero dei Caduti dell'Isola di S.Michele (Venezia) al cimitero di Barletta, dove riposa presso la cappella ossario ai Caduti in guerra.
Si ringrazia per la collaborazione Ruggiero Graziano, presidente dell'ANMIG (Associazione Nazionale Mutilati Invalidi di Guerra) - sezione Barletta (via Capua, 28)

La redazione di BarlettaViva invita i discendenti di Raffaele Damato a contattare la redazione, per approfondire la conoscenza del loro illustre parente: info@barlettaviva.it

La rivolta dei Boxer in Cina

Le legazioni di Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Austria-Ungheria, Spagna, Belgio, Paesi Bassi, Stati Uniti, Russia e Giappone si trovavano nel quartiere delle legazioni di Pechino, a sud della Città Proibita. L'esercito regolare cinese e i Boxer assediarono il quartiere delle legazioni per 55 giorni, dal giugno al 14 agosto 1900; in esso trovarono rifugio 473 civili stranieri (di cui 149 donne e 79 bambini), 451 soldati di otto Paesi diversi (il gruppo proveniente da Tianjin era riuscito ad arrivare poco prima) e oltre 3.000 cinesi convertiti al cristianesimo con i loro servitori. Dall'altra parte della Città Proibita, nella cattedrale cattolica di Beitang, Monsignore Alphonse Favier, vicario apostolico di Pechino, assieme a 3.500 membri della comunità cristiana cinese, riuscì a resistere grazie all'aiuto di soli 43 marinai francesi e italiani.

Il contributo dell'Italia alla spedizione in Cina
La Regia Marina italiana inviò un contingente a Pechino, che partecipò alla difesa del quartiere delle legazioni straniere e a quella della Cattedrale Cattolica, facendo meritare la medaglia d'oro al valor militare ai due comandanti, Federico Paolini e Angelo Olivieri; un plotone sbarcato dalla Regia Nave Calabria e al comando del tenente di vascello Sirianni, mentre un altro, più piccolo, di 20 marinai e comandato dal sottotenente di vascello Ermanno Carlotto – medaglia d'oro alla memoria – prese parte alla difesa di Tientsin, che permise di tener aperta la strada di Pechino alle forze occidentali in via di concentrazione.
Fonte Wikipedia

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