giovedì 26 febbraio 2015

Il tenente barlettano Michele Boccassini "Il coraggio"

Il tenente barlettano e la battaglia di Werk




 26 Dicembre 2014 
Michele Boccassini, nasce il 14 ottobre 1917. Suo padre Attilio, ufficiale - interprete dell'esercito, scompare il 2 luglio 1940, a bordo della nave "Arandora Star", affondata al largo di Liverpool. Michele, studente di giurisprudenza, rimasto solo con la madre, avrebbe potuto usufruire del congedo riservato ai figli di vedove di guerra, ma vi rinuncia, arruolandosi il il 1° settembre del 1940 come "aspirante allievo ufficiale di complemento", presso la scuola ufficiali di Avellino. Il 1° dicembre, è promosso "allievo ufficiale di complemento". Il 1° marzo 1941, è "sottotenente di complemento". Prende servizio presso il 208° rgt. Fanteria "Taro" e in forza all'81° rgt. della 52^ Divisione Fanteria "Torino", è trasferito ad Oriolo Romano (Vt). In uno scambio epistolare, Michele descrive le bellezze di Oriolo alla madre, Carmela Gagliardi, che in seguito si trasferirà, spegnendosi il 19 ottobre 1980.

La battaglia del Don ( Russia )
Michele fu assegnato al fronte greco, dove fu ferito in battaglia. Al ritorno dal fronte, chiede e ottiene di ripartire per il fronte russo, aggregato all'8ª Armata Italiana in Russia (ARMIR). Al comando di una compagnia di fucilieri, viene ferito alla gamba durante una battaglia. Nonostante la ferita, resta nel suo reparto e torna a combattere. Il 26 agosto 1942, nei pressi del villaggio di Werk Wodianschj, durante un assalto a postazioni avversarie russe, viene nuovamente ferito, rifiuta le cure mediche, preferendo condurre l'assalto coi suoi soldati. Viene colpito mortalmente alla tempia sinistra. Michele Boccassini aveva 25 anni e nel 1945 gli fu assegnata la Medaglia d'Oro alla Memoria.



Il ritorno delle spoglie di Michele Boccassini in Italia
Troppi soldati italiani caduti sui vari fronti di guerra non hanno avuto degna sepoltura in Italia. Le spoglie di Michele Boccassini sono tornate in Italia soltanto il 15 settembre 1993, dove è stato tumulato nel Sacrario Militare di Cargnacco (Udine). La volontà della madre, era di portare la salma di Michele nella tomba di famiglia ad Oriolo, dove si trova anche una lapide in sua memoria. Di recente, l'iniziativa è stata ripresa dalla Confraternita di San Giorgio e dal Comitato "Oriolo Romano per Michele Boccassini M.O.V.M", costituito il 14 dicembre 2013, alla presenza del sindaco del paese, Graziella Lombi, e del parroco don Giorgio Pollegioni, nel tentativo di fare tumulare le spoglie di Michele Boccassini nella cappella di famiglia. Il Comune di Barletta ha intitolato a Michele Boccassini l'omonima via.
Si ringrazia per la collaborazione Ruggiero Graziano, presidente dell'ANMIG (Associazione Nazionale Mutilati Invalidi di Guerra) - sezione Barletta (via Capua, 28). La redazione di BarlettaViva invita i discendenti di Michele Boccassini a contattare la redazione per approfondire la conoscenza del loro illustre parente, inviando una mail al nostro indirizzo di riferimento.

Il Corpo di Spedizione Italiano in Russia, spesso abbreviato come CSIR, e l'8ª Armata Italiana in Russia, ARMIR, furono le grandi unità del Regio Esercito italiano impegnate, sul fronte orientale tra il luglio del 1941 e il febbraio del 1943.

Prima battaglia difensiva del Don
Tra il 20 agosto 1942 e il 1º settembre le truppe sovietiche scatenarono un'offensiva di vaste proporzioni contro i reparti ungheresi, tedeschi e italiani, che subirono il peso maggiore dell'attacco, schierati nell'ansa settentrionale del Don. Nel settore dell'ARMIR, i russi erano riusciti a stabilire due teste di ponte nei villaggi di Bobrovskij (presso Serafimovic) e Kremenskaya (a circa 40 chilometri a est di Serafimovic) e da qui colpirono con tre divisioni (97ª, 203ª e 14ª della Guardia) ladivisione Sforzesca, composta da elementi al battesimo del fuoco e sfiancati dalle lunghe marce per raggiungere il fronte (anche 50 chilometri al giorno). L'ordine di resistere a ogni costo su un fronte di 25 chilometri fu eseguito dalla Sforzesca con abnegazione, ma dopo due giorni di aspri combattimenti la divisione venne travolta. Gli italiani riuscirono a chiudere la pericolosa falla intervenendo con reparti della Celere, tra cui il Savoia Cavalleria e un battaglione di Camicie Nere, il Battaglione alpini sciatori "Monte Cervino" e in seguito anche la 2ª Divisione alpina "Tridentina".
Fonte Wikipedia

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