giovedì 26 febbraio 2015

“L’esodo istriano non deve essere dimenticato”: l’appello dell’ANMIG di Barletta


Presentata stamattina la mostra fotografica in ricordo delle vittime delle foibe



7 Febbraio 2015 
E' stata inaugurata questa mattina la mostra fotografica in ricordo delle vittime delle foibe e degli esuli giuliani. L'esposizione è stata organizzata dall'Anmig(Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra) il cui presidente, Ruggiero Graziano, intende perpetrare il ricordo delle decine di migliaia di vittime ai confini nord-orientali dell'Italia tra la fine della seconda guerra mondiale e l'inizio dell'imposizione sovietica, con l'aiuto del Comitato Tricolore per gli italiani nel mondo e del suo delegato, Filomeno Porcelluzzi, fondamentale nella ricerca del materiale per la mostra stessa. «Il 10 febbraio simboleggia drammaticamente l'urlo di orrore e dolore delle decine di migliaia di vittime innocenti, una pagina ancora poco conosciuta della storia italiana ed europea. Sono giorni di carneficina quelli che oggi ricordiamo in memoria di uomini e donne, ragazzi e ragazze, civili e militari, accomunati nella mattanza, solo perché italiani», con queste parole il presidente Graziano ha espresso l'obiettivo del ricordo che si intende portare avanti con la mostra fotografica che avrà sede in via Capua 28, presso l'associazione Anmig e durerà fino alla prossima domenica 15 febbraio.

La rappresentazione del dolore attraverso delle semplici immagini, sebbene molto crude, trascina in un viaggio macchiato di sangue, anche barlettano, in quanto numerosissimi furono i nostri concittadini vittime delle foibe. Come ha ricordato il presidente durante la presentazione «Non esistono vittime di serie A e vittime di serie B, siamo tutti esseri umani e dovremmo amare le parole "pace, democrazia e libertà" perché sono le più belle al mondo». L'Onorevole Roberto Menia, segretario generale del Comitato Tricolore, primo firmatario e promotore in Parlamento della legge sul Giorno del Ricordo ha osservato, in un comunicato letto durante la presentazione della mostra fotografica, come occasioni simili rappresentino utili momenti di approfondimento e conoscenza. "Il primo obiettivo della legge per la quale mi sono speso è stato raggiunto, ovvero far osservare al Paese intero un momento di riflessione e di appassionato ricordo. Ora mi auguro si possa aprire una seconda fase, con la consapevolezza che sta maturando nelle coscienze degli italiani e soprattutto con la cultura che affianchi quei curvoni della storia così tragici".

Nell'occasione abbiamo intervistato il consigliere Dario Damiani, capogruppo di Forza Italia a Barletta, chiedendogli in che modo incida la politica nella perpetrazione del ricordo e dei valori umani.«A livello politico vorrei ricordare una mia personale battaglia, io sin da giovanissimo mi sono interessato all'argomento anche perché coinvolgeva la mia storia personale. Mio nonno, Damiani Martino, nato a Pola, è stato esule prendendo parte a questo pezzo di storia per troppi anni sepolta. L'impegno politico di noi giovani nel passato è stato proprio nel tentativo di rompere quel silenzio in cui l'argomento è stato nascosto per tanti anni. Il nostro impegno è servito poi, infatti abbiamo ottenuto la legge nazionale del 2004 che impone la celebrazione del ricordo nel 10 febbraio. E' necessario quindi che tutti, le pubbliche amministrazioni, così come le associazioni, la rispettino. Bisogna promuovere attraverso le amministrazioni, iniziative non solo commemorative ma anche informative, in modo che anche i nostri figli conoscano questa pagina importante di storia italiana che purtroppo per molti anni non abbiamo conosciuto».

Un grande risultato quello raggiunto dall'associazione Anmig di Barletta, grazie all'impegno del presidente Ruggiero Graziano, a cui abbiamo chiesto quanto incida il lavoro associativo in occasioni simili, affinché non si trascuri l'importanza della vita umana, soprattutto di quelle vite sacrificate in nome di grandi valori. «La nostra associazione è nata nel 1917 per riunire tutti i mutilati che venivano fuori dalla Grande Guerra, oggi coloro che vi appartengono intendono ricordare chi in passato si è prodigato con il sacrificio a mantenere viva l'Italia, una, libera, democratica, con i suoi valori. Queste manifestazioni e occasioni sono positive in quanto ricordano un pezzo di storia tragica ma dimenticata. Spesso si parla degli ebrei, ma questa parte di italiani non ha passato momenti migliori. La nostra associazione conta a mantenere vivo il ricordo di tutti loro, che ci hanno dato la democrazia,la libertà che oggi abbiamo e soprattutto la pace. Non abbiamo colori di partito, ma vogliamo sempre ricordare coloro che si sono sacrificati per la patria. Ricordo spesso la storia di mio nonno paterno, Ruggiero Graziano, di cui porto il nome. Quando decise di andare in guerra partì da volontario, era già sposato e aveva tre figli. Oggi diremmo è un pazzo, all'epoca non era un pazzo, i valori erano diversi, la patria, il lavoro, la famiglia erano parole molto importanti. E' nel suo nome e nel nome di tutti gli altri italiani e barlettani che in guerra sono deceduti, che porto avanti il mio impegno come presidente dell'associazione».

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