venerdì 27 febbraio 2015

Eccidio dei vigili nel '43 a Barletta


Il primo atto di rappresaglia nazista in terra italiana



A CURA DI
PAOLO DORONZO
L'8 settembre 1943 viene firmato l'Armistizio tra gli italiani e gli Alleati, e la parvenza che quel rovinoso conflitto, intrapreso dal regime di Mussolini al fianco della Germania nazista, volgesse al termine fu presto smentita dalle terribili efferatezze che i tedeschi causarono durante la loro occupazione. L'episodio dell'eccidio degli 11 vigili urbani, solo uno il superstite, e 2 netturbini, per mano dei nazisti il 12 settembre 1943, si cala in questo contesto. È ricordato come il primo atto di rappresaglia dei nazisti, in termini cronologici, sul territorio italiano, ma non certo l'ultimo.

È necessario, tuttavia, raccontare brevemente l'antefatto: ormai gli anglo-americani avevano liberato la Sicilia e iniziavano ad invadere da Sud la Penisola. I tedeschi dunque si spostavano gradualmente per formare la linea Gustav. Così l'11 settembre giungevano a Barletta, entrando da due direzioni: da Nord, quelli che arrivavano da Foggia, e dalla strada di Andria. Proprio qui già dal giorno precedente si erano verificati degli scontri con la Resistenza italiana, organizzatasi anche in città. Verso le 13.00 una motocarrozzetta tedesca con a bordo quattro soldati, si dirige dalla strada vecchia del cimitero cittadino, dopo aver eluso un blocco vicino l'Ofanto, e qui s'imbatte in un'ulteriore sparatoria. Un soldato tedesco resta ucciso, un altro ferito. Giungendo in piazza Roma, oggi piazza A. Moro, vengono allo scontro con un ufficiale che era in un autoambulanza, uno viene freddato, uno fatto prigioniero e uno, rifugiatosi in una macelleria in piazza viene sparato con un fucile da un civile. «Al triste episodio di sangue assistono, fortemente impressionati ed impotenti» , come riporta lo storico locale Damato, tre vigili, in servizio nell'Ufficio annonario, vicino alla macelleria.

Per questo e per un altro episodio di Resistenza avvenuto in via Andria, la mattina del 12 l'invasione tedesca si fece ancora più cruenta. «Si sparava indiscriminatamente su militari e civili inermi, cannoneggiano monumenti, l'ospedale», alle 8,30 circa viene sparato un colpo di carro armato da via Roma al palazzo di piazza Roma, sede del suddetto ufficio dei vigili. Così il maresciallo dei vigili urbani, Francesco Capuano, ordina ai vigili presenti di chiudere l'ufficio e rifugiarsi in un magazzino di frutta lì vicino. I tedeschi avanzano con l'obiettivo di occupare le varie caserme militari. Così irrompono al comando dei vigili che si trovava al palazzo Picardi (in via G. De Nittis, angolo attuale via R. Coletta) dove trovano undici vigili disarmati, perchè avevano avuto l'ordine di abbandonare le armi, e due netturbini. Questi con le mani alzate vennero condotti fuori, vicino al muro del lato meridionale dell'edificio postale di piazza Caduti e lì barbaramente trucidati. In tre cercarono di fuggire un istante prima ma furono raggiunti e uccisi al lato del palazzo. Solo Falconetti F. Paolo si salvò, ferito e coperto dagli altri corpi, salvato dopo ore da Addolorata Sardella. Antonio Falconetti, Pasquale Del Re, Luigi Iurilli, Michele Spera, Gioacchino Torre, Nicola Cassatella, Luigi Gallo, Pasquale Guaglione, Vincenzo Paolillo, Francesco Gazia, Savino Monteverde, Michele Forte persero la vita.

L'occupazione nazista a Barletta durò fino al 24 dello stesso mese, cui seguì la liberazione degli Alleati.

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