venerdì 27 febbraio 2015

Anita Garibaldi:«L’Italia è messa male, voi siete la speranza»


Intervista alla pronipote del grande condottiero




 14 Marzo 2014 
Anita Garibaldi ha lo stesso sguardo intenso del suo bisnonno Giuseppe, che fu marinaio e viaggiatore instancabile, condottiero e rivoluzionario. La dott.ssa Garibaldi è giornalista, viaggiatrice, appassionata delle proprie radici, e ce lo dimostra in questa serena chiacchierata durata troppo poco. Le spieghiamo anche la situazione della bandiera garibaldina della Brigata Barletta, che giace nei sotterranei del polo museale, lei ci assicura che ne parlerà col nostro sindaco.

Dott.ssa Garibaldi, lei ha viaggiato molto, tra Gran Bretagna, Uruguay e Brasile, ripercorrendo le tappe della vita del suo bisnonno. Giuseppe Garibaldi è più amato in Italia, Gran Bretagna o Sud America?
«In Gran Bretagna. Gli inglesi lo hanno amato e lo amano tutt'ora per la sua generosità disinteressata. Con la nostra Fondazione, stiamo preparando le celebrazioni per il 150 esimo anniversario del viaggio di G. Garibaldi a Londra, avvenuto nel 1864».

Giuseppe Garibaldi fu prima di tutto uomo di mare, in seguito rivoluzionario?
«Si, sebbene abbia vissuto pochissimo in Italia, si imbarcò a 15 anni, tornando in Italia all'età di 50 anni. Nizza, sua città natale, era francese. Nella sua carriera da marinaio, fu anche ammiraglio della flotta uruguaiana. A Montevideo, la capitale dell'Uruguay, c'è l'unica sua statua in divisa da marinaio, tutte le altre statue esistenti lo ritraggono in pose da condottiero».

G. Garibaldi è moderno?
«Modernissimo, basti pensare che ha creato le società di mutuo soccorso e le Università per adulti. Per lui era fondamentale il rapporto tra gli enti locali e il popolo. Queste e altre idee le aveva assorbite dalla Gran Bretagna, nel periodo in cui viaggiava come marinaio. Lui ha vissuto pochissimo in Italia, si è imbarcato a 15 anni, tornando in Italia all'età di 50 anni. Tutti i suoi documenti sono francesi, Nizza,la sua città natale, era una città francese».

G. Garibaldi amava la politica italiana di quel tempo?
«Lui non amava i palazzi del potere, e il potere non amava lui. Era amato dal popolo, ancora oggi lo è».

Non sopportava il potere temporale della Chiesa. Oggi, al contrario, ammirerebbe Papa Francesco?
«Direi di si. Papa Francesco proviene da una parte del mondo in cui la Chiesa è dalla parte dei poveri e del popolo, in accordo con le idee di G. Garibaldi, che sposò sua moglie Anita e battezzò tutti i suoi figli».

Dott.ssa Garibaldi, cosa ne pensa dei nostalgici del Regno dei Borboni?
«Durante il regno borbonico vivevano bene soltanto i ricchi, io non credo che il popolo vivesse bene. Ho incontrato molti nostalgici borbonici, ho cenato anche con Carlo di Borbone, col quale tentammo di organizzare un incontro tra garibaldini e borbonici. Purtroppo , non se ne fece più nulla».

C'è un aneddoto particolare legato alla sua famiglia?
«Uno dei figli di G. Garibaldi, Ricciotti, educato in gran Bretagna, tornò a Caprera, a 17 anni. Qui, tanti meridionali giungevano a chiedere aiuto per fronteggiare le violenze delle truppe piemontesi sulla popolazione. Ricciotti scappò da Caprera e andò a combattere coi briganti, contro l'esercito piemontese. Ricercato, fu nascosto da una famiglia di briganti calabresi in un caverna della Sila, fino a quando non fu graziato dal re».

E' stata soddisfatta delle celebrazioni del 150 esimo anniversario dell'Unità d'Italia?
«Assolutamente no, neppure Roma ha fatto granchè per le celebrazioni. L'unica regione che ha celebrato degnamente l'Unità di Italia è stata la Calabria, dove il popolo e le associazioni si sono mosse».

Come è affrontato lo studio del risorgimento nelle scuole italiane?
«Nelle scuole elementari è stato eliminato, si studia solo in terza media, in maniera superficiale, affidato al buon cuore degli insegnanti. Non si può essere fieri di una nazione di cui si ignora la storia. I bambini crescono senza una identità italiana, ma solo come individui del sud dell'Europa».

Perché ha chiesto di riesumare la salma di G. Garibaldi, sepolto a Caprera?
«Per constatare lo stato di conservazione del corpo, che fu imbalsamato malissimo, a quel tempo, sebbene il mio bisnonno avesse disposto nel suo testamento di essere bruciato, su una pira di legna profumata, da lui stesso raccolta. Ho inoltrato richiesta al Ministero della Cultura, ricevendo solo rifiuti. In seguito, ho ricevuto intimidazioni dal sindaco di un comune della Maddalena, che mi ha consigliato di lasciare perdere. Ma io continuerò nella mia lotta».

Cosa ci resta delle idee di G. Garibaldi?
«Tutto: la libertà e la democrazia liberale. L'Europa di oggi è democratica, ma illiberale. Il rapporto tra economia europea e mondiale è sfasato, la gente povera è sempre più povera, i ricchi sempre più ricchi».

Lei come vede l'Italia di oggi?
«L'Italia è messa male e ne sono addolorata, l'unica speranza siete voi. Nel mondo ho incontrato tanti italiani. Quando i giovani italiani espatriano, "sbocciano" con la loro intelligenza e creatività. Io ho cinque figli e vivono tutti all'estero, ma mi dispiace che l'Italia si impoverisca in questo modo, vedendo andare via i propri figli. Il mio bisnonno diceva:«L'Italia non si fa solo con le baionette, ma con la cultura e l'istruzione».


Riceviamo e volentieri pubblichiamo rettifica alla suddetta intervista.
Egregio Sig. Direttore, in riferimento all'oggetto, in nome e per conto della presidente dell'Associazione Nazionale Garibaldina, sig.ra Maria Antonietta Grima Serra, sono a comunicarle che la richiamata sig.ra A. Garibaldi non ha fondato la A.N.G. e non è mai stata Presidente della medesima Associazione. Ha ricoperto per un breve periodo solo una carica onoraria, quindi al di fuori degli organi statutari. Peraltro la stessa non ha mai avuto la tessera dell'Associazione Nazionale Garibaldina. Tanto dovevo per corretta informazione che, qualora Ella riterrà opportuno, le sarei grato se volesse pubblicare a rettifica delle dichiarazioni rese. Cordiali saluti
Avv. Enrico Strati
 Anita Garibaldi discende in linea diretta dall'eroe dei due mondi e da Ana Maria de Jesus Ribeiro Da Silva, passata alla storia ed entrata nel mito con il nome di Anita. L'erede privilegiata del patrimonio ideale del Risorgimento è nata a Lugano, è vissuta e ha compiuto gli studi in Italia, in Francia e Inghilterra dove si è laureata in Scienze Politiche. Subito dopo è partita per il Sud America dove ha svolto importanti ricerche documentaristiche in Messico, Uruguay e Brasile. Anita Garibaldi-Hibbert, 5 figli e 13 nipoti, ha lavorato in Italia e all'estero. È ricercatrice, giornalista, scrittrice. Impegnata nella difesa dei diritti umani, Ufficiale al merito della Repubblica italiana, componente per diritto ereditario materno della prestigiosa ed esclusiva associazione Colonial Dames of America, è donna di tempra speciale come la sua genìa femminile che racconta nel bel libro Nate dal Mare (Il Saggiatore, 2003).

Sua madre, Speranza Mc Michael nata a Filadelfia, moglie di Ezio, nobili radici genealogiche nella rivoluzione americana, ha salvato molte famiglie ebree dalle persecuzioni nazifasciste. La nonna, l'inflessibile londinese Costanza Hopcraft, moglie di Ricciotti, filantropa senza sosta, fondò e allestì ospedali allevando 15 figli. Anita è stata dirigente nazionale del P.S.I. e candidata alle elezioni politiche del 1986 nel collegio di Velletri, con un successo elettorale di 37.000 preferenze. Per la promozione dei valori risorgimentali nel 1999 ha fondato l'Associazione Nazionale Garibaldina di cui è presidente, nel 2009 ha creato la Fondazione Giuseppe Garibaldi coinvolgendo numerose associazioni e movimenti in Italia e all'estero.

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