sabato 30 maggio 2015

Garibaldi salvato dalle donne

La bandiera della “Brigata Barletta” è restaurata e restituita alla cittadinanza




Giuseppe Garibaldi ci piace, sebbene alcuni lo odino, altri lo ignorino; questa gente ci lascia indifferenti. Barlettaviva si è impegnata per fare luce sulla scomparsa bandiera della Brigata Barletta, con appositiarticoli, mentre un paio anziani "pseudo-storici barlettani", tenevano la testa infilata nella sabbia. Poi, un giorno di febbraio del 2104, Anita Garibaldi, pronipote del condottiero, venne a Barletta. A quel punto, le sottoponemmo la questione e i relativi articoli di denuncia. Passa il tempo, l'assessore alla cultura,Giusy Caroppo, disponibile e cordiale, promette interessamento, la promessa si concretizza. La bandiera è fotografata in pessime condizioni negli archivi del polo museale. Necessita di restauro, che si realizza, con l'impegno di Santa Scommegna, dirigente del settore Beni e Servizi culturali.

Il restauro conservativo è stato affidato a Monica Cannillo, 33 anni, restauratrice tessile. La bandiera è stata sottoposta ad un restauro, durato 5 mesi e costato 4000 euro. Al momento, una giacca e un copricapo garibaldini sono in attesa di restauro, custoditi negli archivi del polo museale. I magazzini del polo museale sono uno scrigno di tesori da valorizzare. Purtroppo, nei decenni passati, dai magazzini sono scomparsi alcuni reperti, come ad esempio, la medaglia d'oro e il medagliere del pluridecorato marinaio barlettano Francesco Conteduca, donati dal figlio al Comune di Barletta.

La preziosa bandiera è salva e, per valorizzarne l'importanza, è stata allestita una mostra presso la casamatta S. Maria del castello svevo, dal titolo "Italia chiamò-Barletta e la Grande Guerra": partendo dalla costituzione della Brigata Barletta, si giunge, con l'apporto di documenti e rari filmati, fino alla prima guerra mondiale, quando la Brigata Barletta fu ricostituita e comandata dal generale Giuseppe Vaccari. L'inaugurazione della mostra, avvenuta il 26 maggio, in concomitanza della commemorazione della prima guerra mondiale, proseguirà fino al 28 giugno. Al momento della inaugurazione della mostra, una copia fedele della bandiera della Brigata Barletta (confezionata da un laboratorio di ricamo di Monopoli - ndr) è stata consegnata al Ministro della Difesa, sen. Roberta Pinotti. La copia della bandiera sarà esposta a Roma, in un palazzo del Governo.

1866, la storia della Brigata Barletta
La nostra città fu scelta come sede di reclutamento dell'Italia Meridionale di volontari combattenti per la terza guerra di indipendenza del 1866, grazie anche alla amicizia che legava il patriota Raffaele Lacerenza con Giuseppe Garibaldi. In occasione della costituzione della Brigata, Domenico Garibaldi (soprannominato Menotti dal padre, in onore del noto patriota), giunse alla stazione ferroviaria di Barletta, accolto da una folla festante e dagli stessi garibaldini, presso il piazzale antistante, denominato Piazza della Libertà. Dopo la cerimonia fu accompagnato dalla folla fino alla casa del Cav. Vito Cafiero, che lo ospitò. In un solo giorno a Barletta arrivò una moltitudine di giovani volontari tale da raggiungere il numero di 12000 reclute, tanto che il sindaco Nicola Parilli fu costretto a trovare degli alloggi di fortuna. I volontari appartenevano a tutte le classi sociali, tra loro c'erano contadini, medici, avvocati, preti, studenti. Furono costituiti, in quei giorni, il IX e il X Reggimento dei Volontari Garibaldini che presero il nome di «Brigata Barletta», e la relativa bandiera fu confezionata per l'occasione. Il IX Reggimento, il 29 Giugno, si diresse a Bergamo, per poi spostarsi il 7 Luglio, con Giuseppe Garibaldi, a Rocca d'Anfo. Il X Reggimento partecipò con successo a sanguinosi scontri e occupò importanti posizioni nemiche. Bezzecca fu presa e riconsegnata al suolo della Patria. La Brigata Barletta fu ricostituita alla vigilia della prima guerra mondiale.

Lettera che Menotti Garibaldi inviò al sindaco Nicola Parrilli, alla fine della guerra. «Illustrissimo sig. sindaco, le invio la bandiera che mi fu consegnata da Lei per il IX Reggimento della città di Barletta. Il Reggimento non esiste più e io ritorno a voi quella bandiera. Porgo ai suoi concittadini i ringraziamenti dei miei compagni d'armi e i miei personali».
Como, 29 ottobre 1866
La Brigata "Barletta" raccolse l'eredità del Battaglione "Lacerenza", un'unità dell'esercito meridionale. Negli anni dei moti risorgimentali, parti da Barletta, il Patriota Raffaele Lacerenza al comando di un gruppo di volontari che si unì ai mille di Garibaldi sbarcati in Sicilia, inquadrati in battaglione che assunse il nome del patriota su espressa richiesta degli stessi volontari. Essi furono inquadrati nella prima compagnia, comandata da Nino Bixio e si distinsero in combattimento per eroicità e coraggio. Successivamente, Barletta fu prescelta come sede di reclutamento di uomini per la Terza guerra di indipendenza italiana del 1866. In occasione della costituzione della Brigata incorporata nel Regio esercito, Menotti Garibaldi, colonnello del Corpo Volontari Italiani e comandante del IX Reggimento volontari, giunse alla stazione ferroviaria, accolto da una folla festante e dagli stessi garibaldini. La Brigata fu sciolta nel 1877.

Prima guerra mondiale.
La Brigata Barletta fu ricostituita alla vigilia della prima guerra mondiale con i Reggimenti dipendenti 137° 138° e fu impiegata dal 1915 al 1918 in varie battaglie.
Fonte Wikipedia

La Madonna della Sfida e Giuseppe Carli, simboli di Barletta negli Stati Uniti

Il Comitato Tricolore Italiani nel Mondo ricorderà il soldato barlettano


REDAZIONE BARLETTAVIVA

La Puglia (Barletta), gli Stati Uniti (San Antonio-Texas), il Veneto (Venezia): terre distanti tra loro, che saranno unite, domenica 19 aprile, quando sarà celebrata - presso la Chiesa di San Francesco di Paola a San Antonio, nello Stato americano del Texas - la cerimonia religiosa in ricordo dei caduti nell'adempimento del proprio dovere istituzionale. La cerimonia, intitolata "progetto memoria" e organizzata dal CTIM (Comitato Tricolore per gli italiani nel mondo - coordinamento Nord America) e dalComites di Houston. La cerimonia, fortemente voluta da Vincenzo Arcobelli, e dal "barlettano"Filomeno Porcelluzzi, ha come simbolo la "Madonna della Sfida". La cerimonia verrà inaugurata proprio con l'esposizione permanente dell'opera, copia dell'icona ricevuta direttamente da Venezia, dono del "Comitato Cerimonia Madonna della Sfida" e dall'Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria. La splendida "Madonna della Sfida", icona venerata nella Cattedrale di Barletta, è stata dedicata a tutti i caduti nell'adempimento del proprio dovere istituzionale.

L'immagine della Madonna fu - a seguito della storica Disfida di Barletta (città legata alla Repubblica Serenissima di Venezia per motivi marinari) - portata in processione quale ringraziamento per il coraggio e valore mostrato dai cavalieri italiani nel difendere l'onore Italiano, nella gloriosa battaglia che rappresentò il primo anelito di libertà della nostra patria.
La Messa sarà celebrata dal Vescovo Michael Tfifer, con la presenza delle autorità locali, dei rappresentanti delle Forze dell'Ordine, della comunità. Lo stesso vescovo, aveva già dichiarato - già dal 2009 - che la Madonna della Sfida di Barletta veniva presa in custodia dalla Chiesa San Francesco di Paola, per venerazione di tutta la comunità di San Antonio.



Durante la cerimonia, il rappresentante del Ctim, nella veste del comandante Vincenzo Arcobelli, e i Consiglieri del COMITES, Sam Greco e Roberto Ferruzzi, ricorderanno la figura del giovane bersagliere barlettano, Giuseppe Carli, prima medaglia d'oro al valor militare della guerra 1915-1918. In occasione della ricorrenza del centenario della Grande Guerra, messaggi di saluto, alle autorità Statunitensi che parteciperanno alla cerimonia, sono stati inviati dal Sindaco di Barletta, Dott. Pasquale Cascella, e dal Prefetto, Dott.ssa Clara Minerva, e dal pronipote dell'eroe barlettano, il Generale di Brigata, Gaetano Carli.

Con la prima cerimonia religiosa che si è tenuta il 16 giugno 2007, presso la chiesa S.Luca di Venezia, è iniziato un rito annuale per far conoscere alle nuove generazioni il sacrificio delle "Vittime del Dovere", e da quest'anno, parteciperà anche L'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, di Barletta, quale giusta rappresentante della città della Sfida.

Giuseppe Carli: «Carissimo padre, è da un anno che sto fuori casa»

La memoria del bersagliere barlettano è patrimonio di Barletta



«Carissimo padre, se puoi spedirmi cinque lire, mandamele subito, se no nemmeno le fotografie mi posso fare». Così scriveva il bersagliere barlettano Giuseppe Carli dal fronte, il 14 maggio 1915, prima di essere ucciso, il 1 giugno dello stesso anno, durante un assalto. In occasione del centenario della sua morte, l'Anmig (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra) ha commemorato il bersagliere barlettano, davanti la sua casa natale, in via Roma 124. Giuseppe Carli, caporalmaggiore bersagliere, caduto durante la battaglia sul monte Mrzlivrk (Slovenia), decorato con la prima Medaglia d'Oro al valore Militare della prima guerra mondiale. Le spoglie del bersagliere barlettano non furono recuperate, probabilmente è seppellito in una fossa comune.

Scoprendo la targa commemorativa, restaurata dal presidente dell'Anmig Ruggiero Graziano e dal suo pronipote, il generale Gaetano Carli, erano presenti i rappresentanti della Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria e l'Associazione Nazionale Bersaglieri, rappresentata dal presidente Salvatore Mascolo; il prefetto, dott.ssa Clara Minerva, il vice sindaco Anna Francabandiera e il presidente del consiglio comunale, Carmela Peschechera. Per l'occasione, gli alunni della scuola media "S. Baldacchini", accompagnati dalla prof.ssa Vania Lanfranchi, hanno letto una poesia per commemorare i caduti della prima guerra mondiale, dal titolo "Soldato Ignoto", scritta dalla poetessa Ada Negri.

Subito dopo, incontro presso la scuola media "G. De Nittis" dove si è accolti dal preside, il prof. Basile e dagli alunni della scuola, dove un'aula è dedicata al bersagliere barlettano. In questa occasione, lo scrittore Francesco Paolo Dellaquila ha letto con emozione l'unica lettera di Giuseppe Carli, inviata dal fronte ai suoi famigliari.

A conclusione della giornata, Salvatore Mascolo - presidente della Associazione Nazionale Bersaglieri – sezione Barletta - ha donato il "moretto", il tipico copricapo dei bersaglieri al preside Alfredo Basile. I ragazzi delle scuola hanno potuto conoscere il diciannovenne Giuseppe che, tra le righe della lettera, rivelava le sue inquietudini, le sue speranze, rendendo in questo modo, una frammento di storia, una testimonianza di vita. Dopo anni di oblìo, la vita di Giuseppe Carli è divenuta patrimonio di Barletta.
La storia dell'ultima lettera di Giuseppe Carli
Giuseppe Carli scrisse la sua lettera al padre, il 14 maggio 1915. Il 2 giugno 1915, Giuseppe fu ucciso durante un assalto contro una trincea austriaca. La lettera non arrivò mai a destinazione, Giuseppe era stato ucciso prima del recapito. Un commilitone di Giuseppe, incaricato di consegnarla, non ebbe il coraggio di consegnarla al padre, preferendo lasciarla nelle mani del medico della famiglia Carli, il quale, la conservò in una bibbia. Sessanta anni dopo, un nipote di quel medico, trovò per caso quella stessa lettera, mentre sfogliava la bibbia. La lettera originale di Giuseppe Carli è conservata presso il Museo Nazionale dei Bersaglieri

http://www.barlettaviva.it/notizie/giuseppe-carli-carissimo-padre-e-da-un-anno-che-sto-fuori-casa/

«Non per celebrare ma per ritrovare nella memoria l'identità di questa città»

Intervento di Cascella tenuto durante le celebrazioni del centenario della Grande Guerra




"Ci ritroviamo qui, davanti a mura segnate dalla storia, non per celebrare ma per ritrovare nella memoria l'identità di questa città - la città della Disfida - indissolubilmente legata all'Italia una e indivisibile". Pubblichiamo l'intervento del sindaco, Pasquale Cascella, tenuto in occasione delle ccelebrazioni di ieri mattina, da BarlettaViva prontamente raccontatavi, alla presenza del Ministro della Difesa, sen. Roberta Pinotti, per il centenario della Grande Guerra; in allegato offriamo anche gli interventi dell'on. Nicola Latorre e del prof. Mario Spagnoletti.

"E siamo grati al ministro della Difesa per essere oggi a Barletta in ideale continuità con la commemorazione dell'altro giorno a Monte San Michele in quel di Gorizia, ricomponendo il tormentato percorso compiuto dal primo conflitto mondiale fino alle missioni che oggi sostanziano il principio del ripudio della guerra con l'impegno per la pace. Si sa quale sanguinoso contributo sia stato versato dai ragazzi del nostro Sud sulle terre lontane del Carso, che cento anni fa apparivano al giovane Giuseppe Carli persino più povere della campagna in cui abitava la sua famiglia. Ma quanti sanno che quel soldato voglioso di riscattare le proprie "origini cafonesche", credendo come Giuseppe Di Vittorio nella "guerra di liberazione europea, di civiltà e umanità", fu la prima medaglia d'oro al valor militare di quel conflitto?

Quanti sanno che sul Carso combattè una Brigata con il nome di questa città, ripreso dal reggimento di volontari guidato da Raffaele Lacerenza entrato al seguito di Garibaldi il 22 luglio del 1866 a Bezzecca, libera e italiana, con la bandiera che Menotti Garibaldi volle consegnare a Barletta per onorarne lo spirito patriottico in cui oggi possiamo ritrovarci?

Quanti sanno che all'alba del 24 maggio di cento anni fa fu proprio il Sud che l'impero austroungarico volle "punire" per il suo irredentismo? Il fronte era anche questo castello, bombardato dall'esploratore asburgico Helgoland: un vero e proprio atto di guerra, che ha lasciato le brecce profonde illuminate nel giorno del centenario con i colori - i tre colori - della bandiera che svettava sul cacciatorpediniere Turbine quando fermò l'attacco proditorio prima che rovinasse la Cattedrale e il quartiere marinaro. Quanti sanno delle tante ferite che altri conflitti hanno ancora inferto nel corpo della città? Persino il monumento ai caduti fu dal fascismo mutilato del bronzo dedicato al ricordo del sacrificio e del dolore anziché all'esaltazione bellica del regime.

Quanti sanno che dopo il Piave mormorò l'Ofanto e che proprio davanti alla stele spogliata del richiamo alla pietà, a Barletta, il 12 settembre del '43, si consumò una barbara rappresaglia nazista?

Sono tutti episodi, segni, vicende fin qui considerate microstorie rispetto alla tragica dimensione di due conflitti mondiali. Ma abbiamo il dovere, prima ancora dell'orgoglio, di ricomprenderli nella storia dei sentimenti umani e delle passioni civili che hanno riscattato gli orrori della guerra con i valori costituzionali della comune appartenenza all'Italia e all'Europa. Abbiamo bisogno di conoscere e riconoscerci in un nuovo sforzo condiviso per far tornare il paese a crescere nel suo insieme. Abbiamo bisogno di conoscere e riconoscere il principio della solidarietà tra i popoli, ora che la guerra torna a incombere come strumento di offesa in un mondo sempre più globalizzato, per continuare a costruire la pace e il progresso.

Questa è la storia che vogliamo consegnare tutta intera alle nuove generazioni, perché sappiano riscattare quel passato nel futuro.

Il Ministro Pinotti a Barletta per le celebrazioni del centenario della Grande Guerra

Omaggio a Giuseppe Carli e inaugurata la mostra documentaria al Castello




A 100 anni dall'inizio della Grande Guerra, la Città della Disfida, che ha resistito anche all'orrore del secondo conflitto mondiale, ha onorato la memoria storica di un tragico passaggio che ha conosciuto la perdita di alcuni suoi figli, avendo oggi ben chiaro il principio di pace sancito dalla Costituzione Italiana: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

Le celebrazioni per questo centenario sono già iniziate da parecchi mesi con la visita del sen. Franco Marini, Presidente del comitato storico-scientifico per degli anniversari d'interesse nazionale, avvenuta a settembre dell'anno scorso, giovedì è stata la volta di una simbolica maratona dell'Esercito, che ha condotto il tricolore fino a Trieste; domenica 24 maggio le prime celebrazioni legate alla mostra documentaria che oggi è stata inaugurata alla presenza del Ministro della Difesa, sen. Roberta Pinotti. La solenne celebrazione di questa mattina è avvenuta nel coreografico rivelino del Castello di Barletta.
Una celebrazione curata nei minimi dettagli per accogliere un folto gruppo di autorità civili, militari e religiose, con le rappresentanze delle Armate militari italiane e le varie associazioni militari. Presenti anche i sindaci e soprattutto i gonfaloni delle città pugliesi coinvolte in queste celebrazioni e della stessa Regione Puglia. All'evento sono intervenuti il Presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani, Francesco Spina, Gaetano Carli, il pronipote della giovane sergente barlettano, Giuseppe Carli, che perse la vita durante il conflitto al fronte valendo la prima medaglia d'oro al merito per la Prima Guerra Mondiale, il Presidente della Commissione parlamentare di Difesa, on. Nicola Latorre, il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano, Generale Danilo Errico, il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella nelle vesti di padrone di casa. Al prof. Mario Spagnoletti è toccato il compito di rievocare quelle drammatiche pagine di storia della partecipazione della popolazione meridionale a "l'inutile strage" di oltre 600.000 vittime nel nostro Paese, di cui ancor oggi si discute se da valutarsi come l'ennesima Guerra D'Indipendenza.

Le mura del Castello portano ancora i segni del bombardamento subìto cento anni fa dalla corazzata austriaca Helgoland costretta dal cacciatorpediniere Turbine a un combattimento che si spinse fin nelle acque prospicienti il Gargano. I fori resteranno illuminati da una luce tricolore per tutta la durata della mostra "Italia chiamò-Barletta e la Grande Guerra", che ha avuto anche il merito di utilizzare per la prima volta la cosiddetta Casamatta S.Maria. Il Ministro, ricordando l'importanza della città di Barletta per la memoria, soffermandosi sull'importanza dell'eroica figura di Carli, ha posto una corona in memoria di tutti i caduti davanti alla lapide nel rivellino del castello, e nell'inaugurare la mostra è stata scoperta la bandiera risorgimentale della "Brigata Barletta", finalmente restituita al pubblico e alla storia della città.

Durante la cerimonia sono state eseguite musiche storiche dalla banda dei bersaglieri, ed è stata data lettura dell'ultima lettera di Carli alla famiglia dal fronte, letta da Ermanno Rizzi.

Barletta commemora la Grande Guerra, ospite il ministro della Difesa Pinotti

Oggi omaggio al caduti al rivellino del Castello




"Il tempo trascorso ci consente una visione finalmente matura di quel passaggio drammatico della nostra vita nazionale". Il percorso avviato domenica a Monte San Michele, in provincia di Gorizia, per "ricordare chi siamo, su quale spirito di sacrificio, sofferenza e forza d'animo si fonda la nostra indipendenza e la nostra libertà", porterà oggi, martedì 26 maggio, il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, a Barletta nel Castello che porta ancora i segni del bombardamento subìto cento anni fa dalla corazzata austriaca Helgoland costretta dal cacciatorpediniere Turbine a un combattimento che si spinse fin nelle acque prospicienti il Gargano.

Il ministro, insieme al Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano, Generale Danilo Errico, renderà omaggio ai caduti con la disposizione di una corona davanti alla lapide del Rivellino del Castello. Seguiranno i saluti istituzionali, dal sindaco Pasquale Cascella al Presidente della Commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre. Al prof. Mario Spagnoletti toccherà rievocare quelle drammatiche pagine di storia della partecipazione della popolazione meridionale.

La cerimonia proseguirà con il ricordo del Generale Gaetano Carli, pronipote del Sergente Giuseppe Carli, prima medaglia d'oro al valor militare di quel conflitto, e la lettura della sua ultima lettera alla famiglia, a cura dell'attore Ermanno Rizzi. Quindi, l'intervento del ministro. La giornata dedicata alla memoria si concluderà con l'inaugurazione della mostra "L'Italia chiamò. Barletta e la Grande Guerra", allestita nella casamatta Santa Maria e con lo scoprimento di una targa commemorativa sugli spalti del Castello.

"L’Italia chiamò. Barletta e la Grande Guerra"

Documenti inediti e reperti storici testimonieranno il contributo della città di Barletta alla prima guerra mondiale




Documenti inediti e reperti storici testimonieranno il contributo della città di Barletta alla prima guerra mondiale. In occasione della commemorazione del centenario in programma alle ore 11 di martedì 26 maggio, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, inaugurerà nella casamatta Santa Maria del Castello la mostra "L'Italia chiamò. Barletta e la Grande Guerra".

Organizzata dal Comune di Barletta - Assessorato alle Politiche dell'identità Culturale in collaborazione con la sezione locale dell'Archivio di Stato e con il patrocinio del Ministero della Difesa e il Museo storico dei Bersaglieri di Roma - l'esposizione, che resterà aperta fino al 28 giugno, assume la chiosa dell'inno nazionale - "L'Italia chiamò" - per richiamare lo spirito patriottico che animò la partecipazione di tanti concittadini e giovani meridionali ai tragici eventi bellici che si consumarono tra il 1915 e il 1918 in terre lontane. Elemento centrale e distintivo dell'esposizione sarà la storica bandiera - recentemente restaura - del "9° Reggimento Volontari" che partì da Barletta, con il Patriota Raffaele Lacerenza, per unirsi aGaribaldi sbarcato in Sicilia e risalire l'Italia meridionale nella divisione comandata da Nino Bixio. Al compimento dell'unità nazionale, il vessillo risorgimentale fu affidato alla nostra città dal colonnello Menotti Garibaldi, Colonnello del Corpo Volontari Italiani, che giunse alla stazione ferroviaria il 29 ottobre 1866 accolto da una folla festante e dagli stessi garibaldini.

Seguendo un immaginario filo conduttore, è possibile ritrovare il tricolore sui torrioni del Castello di Barletta allo scoccare della fatidica data del 24 maggio 1915, primo giorno dell'entrata dell'Italia in una guerra che diventava mondiale, quando il maniero che ospitava una guarnigione militare fu bersaglio del bombardamento dall'esploratore asburgico Helgoland dall'imboccatura del porto, fermato solo dall'intervento del cacciatorpediniere Turbine che costrinse la nave austriaca al combattimento nelle acque prospicienti il Gargano dove, trivellata di colpi, dovette essere autoaffondata. La mostra rende omaggio sempre all'ispirazione patriottica del sergente dei bersaglieri Giuseppe Carli, che nel 1914 interrompe gli studi per arruolarsi nell' 11° Reggimento: dopo appena una settimana dall'entrata in guerra dell'Italia, l'1 giugno del 1915, perse la vita incitando i suoi ad avanzare sul Monte Mrzli, primo sodato italiano a meritare la Medaglia d'Oro al valor Militare in quel conflitto. Il Generale Gaetano Carli, pronipote del Sergente Giuseppe Carli, durante la commemorazione del 26 maggio, richiamerà lo spirito del sacrificio del giovane cittadino così come emerge dalla sua ultima lettera, che sarà poi declamata nel corso dell'iniziativa dall'attore Ermanno Rizzi, ma che allora i famigliari non poterono leggere.

L'eccezionale documento, che sarà anch'esso al centro dell'esposizione nella casa matta Santa Maria insieme al foglio matricolare del giovane sorgente caduto sul Carso, è stato ritrovato qualche anno addietro - come ha raccontato il giornalista Marco Brando - da un medico dentista originario di Bari ma residente a Milano, Pasquale Conte, mentre stava sfogliando una Bibbia ottocentesca ereditata dal nonno materno, Michele De Pascale, medico pure lui, scomparso nel 1936 a tarda età dopo una vita dedicata alla professione e alla cultura proprio a Barletta. I contenuti della lettera firmata dal bersagliere Giuseppe Carli 15 giorni prima di morire, con calligrafia curata e linguaggio corretto e scorrevole, rendono "attuale e viva - ha scritto Brando - una storia consumatasi durante le prime battaglie che le truppe italiane ingaggiarono con l'esercito austroungarico": Carli "appare più maturo di quello che ci si aspetterebbe da una ragazzo di diciannove anni. C'è la nostalgia, il dolore, il legame con la terra, la consapevolezza di quello che sta succedendo, la rabbia per la vita grama dei genitori, che vivono nella campagna di Barletta. E si respira il clima della vigilia del massacro che si consumò nel corso della Grande Guerra".

Impressionano nella lettera anche i riferimenti agli avvenimenti politici di quel periodo. "Ci ha lasciato un'antica testimonianza - conferma Brando - antica ma attuale: sembra rappresentare tutti i giovani soldati del mondo, anche quelli dei nostri non facili giorni". Le storie di tanti altri figli di Barletta che versarono il loro sangue, meritandosi di essere ricordati e scritti a lettere d'oro nell'albo dei patrioti, sono narrate nella sezione della mostra dedicata ai documenti archivistici sulle iniziative di memoria e di onori ai caduti con la costituzione del Comitato promotore. Secondo la ricostruzione dei fatti a cura di Michele Grimaldi, il 29 giugno 1920 il Regio Commissario Prefettizio di Barletta, Cav. Alfredo Mandarini, inviò una lettera circolare ai rappresentanti delle associazioni e ai cittadini: "…E' mio intendimento costituire un Comitato per la raccolta delle offerte necessarie per erigere qui un degno monumento che ricordi ai posteri il nobile sacrificio di tanti prodi che immolarono la loro vita per la Gloria e la Grandezza della Patria. La S.V. Ill.ma voglia compiacersi intervenire all'adunanza da me indetta per l'oggetto che avrà luogo su questo Palazzo di Città la sera di venerdì 2 luglio prossimo alle ore 19. Questa nobile e patriottica Città non deve essere seconda alle altre sorelle d'Italia e perciò sono certo che tutte le classi cittadine daranno, ben volentieri, il maggior contributo". Un invito più esplicito di così non poteva esserci!

In quella data si istituì il "Comitato per il monumento ai figli di Barletta Caduti in Guerra" con Presidente il Comm. Francesco Torre Brigadiere Generale in pensione; tra i componenti, il dott. Alfredo Reichlin, il Grand'Ufficiale Arcangelo Cafiero, il notaio Tommaso Severini, l'Ing. Arturo Boccassini e il Dott. Michele De Pascale. Il Comitato, appena eletto, non perse tempo e programmò iniziative per la raccolta di fondi, come una pesca di beneficenza fissata per le feste natalizie del 1920. Tra coloro che aderirono all'iniziativa, naturalmente, vi fu il Comune che, per tramite del Regio Commissario Prefettizio, inviò "…per la pesca di beneficenza un servizio in argentone per gelati e per dodici" battuto per la cifra di lire 367,95.

Le iniziative continuarono negli anni e tantissimi, da ogni parte del mondo, inviarono somme e prodotti per la realizzazione del monumento ai caduti. Fra le tante, la somma di £.20 offerte dalla Società Anonima Fratelli Branca "…nell'impossibilità per il momento di inviare oggetti della nostra Ditta il famoso amaro" e £.6.180 (dollari 225,50) inviati dalla Società "Mutuo Soccorso Barletta" di New York il 9 luglio 1926. Quando fu raccolta la somma necessaria per la realizzazione del progetto, il presidente del Comitato Torre inviò alla redazione del Bollettino del Sindacato Fascista degli Ingegneri di terra di Bari il bando di concorso per un "Monumento ai Figli di Barletta Caduti in Guerra" che recitava così " E' bandito un concorso fra gli artisti italiani per la erezione nella Città di Barletta di un monumento dedicato alla glorificazione dei barlettani caduti nell'ultima Guerra 1915-18. La somma posta a disposizione del vincitore per la esecuzione di detto monumento è di £.150.000. Il concorso è aperto fino al 30 novembre 1926 ". Il concorso fu vinto dallo scultore napoletano Raffaele Ferrara il quale fu incaricato della realizzazione del Monumento, mentre i lavori per la costruzione delle fondamenta, per un importo di £.21.269,27, furono eseguiti dalla Cooperativa "Produzione e Lavoro" presidente Michele Prascina e composta da ex combattenti.

L'attesa inaugurazione avvenne il 18 marzo del 1929 alla presenza di autorità civili, religiose, militari e del Regio Commissario Prefettizio Vito Lattanzio il quale nel suo discorso volle porre l'accento sul particolare che quel monumento rappresentava "uomini con ideali diversi, con storie diverse, con motivazioni diverse ma con in comune un destino tragico e glorioso: la loro morte in guerra per preservare la propria Patria. I Barlettani di tutto il mondo hanno prodotto uno sforzo comune per ricordare i tanti fratelli morti chissà come e in quale posto sconosciuto. La nostra comunità cittadina non ha voluto perdere il ricordo di un ramo reciso della sua famiglia anzi, ha voluto serbare il diritto e la dignità di commuoversi ricordando i il nome di un familiare che ha donato la propria vita per la Patria" . Purtroppo, dopo una decina di anni quel monumento, sorto per ricordare i valorosi barlettani caduti, fu profanato privandolo delle figure di bronzo che lo componevano e la motivazione fu quella di fornire metallo alla Patria per costruire cannoni utili ad affrontare un'altra guerra che vedrà ancora vite di barlettani sacrificate per la propria terra.


Quei ragazzi di 100 anni fa

L’ ANMIG commemora la prima guerra mondiale con musica e poesia




«Di che Reggimento siete, fratelli?». Con questo verso, ha inizio "Fratelli", una poesia di Giuseppe Ungaretti, poeta e fante durante la prima guerra mondiale. La guerra del 1914 – 1918 ha rappresentato la disastrosa apertura del XX secolo, dando origine ad una cultura dell'odio e delle nevròsi distruttrici che si sono sviluppate durante tutto il '900. La prima guerra mondiale fu una guerra di uomini, che coinvolse donne e bambini. Come tutte le guerre, fu un conflitto di corpi, che costò all'Italia 600.000 morti e 100.000 invalidi.

La lirica Di Giuseppe Ungaretti, e tante altre poesie composte da poeti – soldati, sono state protagoniste della serata commemorativa organizzata dall'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, presso la libreria Ciàluna. Durante la serata, dal titolo: "La Grande Guerra - frammenti di memorie in prosa, musica e poesia" per la regia di Francesco Paolo Dellaquila, sono stati illustrati i principali avvenimenti accaduti sul fronte tra il 1914 e il 1918, raccontando attraverso brani di lettere, diari e memorie come i soldati italiani vissero quella drammatica esperienza. I frammenti della vita al fronte, sono stati accompagnati da foto provenienti dalla collezione di Ruggiero Graziano, Presidente della sezione barlettana dell'Anmig.

La serata, si è sviluppata sulle letture di poesie di Giuseppe Ungaretti, ha visto alternarsi i versi dei poeti - soldati come Ugo Betti, Piero Jahier, John Alexandre Mc Crae, , Andrea Ciardo, Renzo Pezzani, Wilfred Owen, Robert Skorpil, combattenti nel fango delle trincee. Letture di poesia e letture di lettere di giovani soldati dal fronte, tra cui la lettera del barlettano e medaglia d'oro Giuseppe Carli, inviata ai suoi famigliari, poco prima di essere ucciso e disperso. Al pianoforte, il maestro Antonio Luigi Musti ha scandito le letture con musica e canzoni di quel periodo, mentre Ilaria Germano, Francesco Paolo Dellaquila e Anna Maria Dellaquila, hanno interpretato i versi dei poeti dal fronte, opportunamente tradotti da Marisa Ruffo e introdotti da Tommaso Francavilla, giornalista della testata Barlettaviva.

Ospite d'onore, l'infermiera Mariagrazia Gazzillo, volontaria della Croce Rossa, che ha letto alcune lettere di soldati italiani al fronte. A fine serata, Ruggiero Graziano ha consegnato targhe commemorative a Rosemary Porcelluzzi e a Ilaria Daleno, rispettivamente pronipoti di Ruggiero Daleno (reduce della prima guerra mondiale) e Emanuele Porcelluzzi (disperso della prima guerra mondiale).

Si ringrazia il patrocinio del Comune di Barletta, l'onorevole Roberto Menia del "Comitato Tricolore Italiani Nel Mondo" e la "Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria".

Antonio Chieffi e i giovani barlettani divorati dalla prima guerra mondiale

Barletta e il tributo di sangue pagato alla guerra




Furono 569 i cittadini barlettani caduti durante la prima guerra mondiale. Di questi, 272 caddero in battaglia, 205 morirono a causa di malattie o ferite, 92 furono i dispersi. In occasione del centenario della prima guerra mondiale, ricordiamo le vite di alcuni nostri concittadini, le cui vite sono state spezzate dalla guerra. Abbiamo già parlato di Giuseppe Carli , ricordando l'abbattimento di un aereo austriaco e ilbombardamento di Barletta , all'alba del 24 maggio 1915.

Antonio Chieffi nasce a Barletta il 20 settembre 1896. Nel 1910 si iscrive al liceo classico "A. Bonello" di Barletta. Nel 1915, dopo il diploma, allo scoppio della guerra, Antonio parte per il fronte, come sottotenente del 138° fanteria nella "Brigata Barletta", comandata dal generale Giuseppe Vaccari. Il 20 giugno 1916 viene ferito gravemente alla testa presso Sasso di Croce Scaltrini (Altopiano di Asiago), durante un assalto ad una postazione avversaria. Antonio Chieffi aveva 20 anni.



Ruggiero Lattanzio nasce a Barletta il 4 gennaio 1892. Dopo il diploma presso il liceo classico "A. Bonello" di Barletta, parte come sottotenente del 144° fanteria della "Brigata Taranto", prendendo parte a molti combattimenti. In uno di questi, resta ferito nel giugno del 1916, presso il monte Paù, estremo punto di difesa della pianura veneta. Dopo essere guarito dalle ferite, Ruggiero torna al fronte, assegnato al 145° fanteria della "Brigata Catania", come mitragliere. Per facilitare l'uso della sua mitragliatrice, Ruggiero inventa un congegno per regolare i tiri della sua mitragliatrice. L'8 giugno 1917, mentre era in ricognizione con i suoi commilitoni, Ruggiero salta in aria su una mina, sul Monte Zebio ( Altopiano di Asiago). Ruggiero Lattanzio aveva 25 anni.

Michele Lanotte nasce il 7 giugno 1895. Michele è un contadino, arruolato allo scoppio della guerra nella compagnia mitraglieri del Regio Esercito. Il 23 maggio 1917, durante la decima battaglia dell'Isonzo, presso Castegnevizza del Carso (Slovenia), in un violento combattimento e sotto un fitto bombardamento, Michele, in qualità di portaferiti, cerca di soccorrere un ufficiale colpito ed altri commilitoni, ma viene colpito da una granata. Michele Lanotte aveva 22 anni e fu decorato con la Medaglia di Bronzo al valor militare.

Nicola Lanotte nasce a Barletta il 7 novembre 1887. Nicola è un contadino, arruolato nel 1° Reggimento Bersaglieri ciclisti. Il 4 novembre 1917, presso Sequals (Pordenone), mentre faceva parte di un avamposto avanzato attaccato da forze avversarie superiori, Nicola diede coraggio ai suoi commilitoni, convincendoli ad una accanita resistenza. Nonostante la disperata resistenza, fu colpito a morte. Nicola Lanotte aveva 30 anni e fu decorato con la Medaglia d'Argento al valor militare.

Si ringrazia per la collaborazione Ruggiero Graziano, presidente dell'ANMIG (Associazione Nazionale Mutilati Invalidi di Guerra) - sezione Barletta (via Capua, 28). La redazione di BarlettaViva invita i discendenti di Chieffi, Lattanzio e Lanotte, a contattare la redazione per approfondire la conoscenza del loro illustre parente, inviando una mail al nostro indirizzo di riferimento, oppure al numero 320 4160422.

La Brigata "Barletta" raccolse l'eredità del Battaglione "Lacerenza", un'unità dell'esercito meridionale. Negli anni dei moti risorgimentali, parti da Barletta, il Patriota Raffaele Lacerenza al comando di un gruppo di volontari che si unì ai mille di Garibaldi sbarcati in Sicilia, inquadrati in battaglione che assunse il nome del patriota su espressa richiesta degli stessi volontari. Essi furono inquadrati nella prima compagnia, comandata da Nino Bixio e si distinsero in combattimento per eroicità e coraggio. Successivamente, Barletta fu prescelta come sede di reclutamento di uomini per la Terza guerra di indipendenza italiana del 1866. In occasione della costituzione della Brigata incorporata nel Regio esercito, Menotti Garibaldi, colonnello del Corpo Volontari Italiani e comandante del IX Reggimento volontari, giunse alla stazione ferroviaria, accolto da una folla festante e dagli stessi garibaldini. La Brigata fu sciolta nel 1877.
§Prima guerra mondiale.
La Brigata Barletta fu ricostituita alla vigilia della prima guerra mondiale con i Reggimenti dipendenti 137° 138° e fu impiegata dal 1915 al 1918 in varie battaglie.
Fonte Wikipedia

Barletta commemora la Grande Guerra: il programma degli eventi

100 anni dopo, verrà scoperta anche una targa commemorativa




Cento anni dopo, Barletta commemora la Grande Guerra nello spirito di pace e democrazia proprio del patrimonio ideale del percorso storico che ha infine condotto all'unità e alla liberazione nazionale. Il via agli eventi rievocativi sarà dato domenica 24 maggio, sulle note dell'inno nazionale eseguito dagli alunni della scuola media "Ettore Fieramosca", alle ore 19.30, quando il tricolore e la bandiera della città saliranno sui pennoni nel viale di accesso al Castello. Di qui saranno raggiunte le mura per l'illuminazione delle brecce del cannoneggiamento subito dalla città da parte della corazzata austriaca Helgoland il primo giorno della partecipazione dell'Italia a quel conflitto mondiale.

Alla solenne commemorazione della ricorrenza parteciperà, due giorni dopo, il ministro della Difesa, senatrice Roberta Pinotti, in un ideale legame di continuità con la manifestazione di apertura del centenario di domenica a Trieste con l'arrivo della staffetta "L'Esercito marciava…" che ha percorso l'intero territorio nazionale facendo tappa anche a Barletta. Nella nostra città, martedì 26 alle ore 11, il ministro Pinotti e il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano, Generale Danilo Errico, renderanno omaggio ai caduti con la disposizione di una corona davanti alla lapide del Rivellino che ne ricorda il sacrificio. Poi, la commemorazione con i saluti istituzionali, tra cui quello del Presidente della Commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre. Sarà compito del prof. Mario Spagnoletti rievocare le drammatiche pagine della partecipazione della popolazione meridionale agli eventi bellici. Il Generale Gaetano Carli, pronipote del Sergente Giuseppe Carli, prima medaglia d'oro al valor militare di quel conflitto, ricorderà lo spirito che animò l'eroico sacrificio del giovane cittadino di Barletta, testimoniato peraltro dalla sua ultima lettera alla famiglia, di cui sarà data lettura dall'attore Ermanno Rizzi. Quindi, l'intervento del ministro.

La giornata dedicata alla memoria proseguirà con l'inaugurazione della mostra "L'Italia chiamò. Barletta e la Grande Guerra", allestita nella casamatta Santa Maria del Castello. Al centro della sala sarà collocata la restaurata bandiera garibaldina del "9° Reggimento di volontari" inquadrato dal patriota Raffaele Lacerenza a Barletta, città di cui prese il nome e alla quale, a compimento dell'unità nazionale, il vessillo risorgimentale fu affidato dal colonnello Menotti Garibaldi. Sempre al centro della sala sarà esposta la lettera autografa inviata da Giuseppe Carli dal fronte alla famiglia insieme all'originale del suo foglio matricolare. Una sezione tematica della mostra riguarderà la ricostruzione della "Brigata Barletta" che raccolse lo spirito patriottico del 1866 per essere dislocato sul fronte. La successiva sezione espositiva raccoglieràdiverse testimonianze sulla città di Barletta nel periodo della guerra. L'ultima sezione conterrà documenti d'archivio sulle iniziative popolari per un monumento in onore dei caduti, innalzato nella omonima piazza, a cui il fascismo sottrasse il bronzo utilizzandolo per gli armamenti del secondo conflitto mondiale.

La solennità della giornata sarà suggellata dallo scoprimento di una targa commemorativa sugli spalti del Castello. Il segno della memoria che si consegna alle nuove generazioni è dato anche dal primo manifesto istituzionale per il centenario realizzato dagli studenti del corso grafico-pubblicitario dell'Istituto "Giuseppe Colasanto" di Andria che hanno svolto uno stage presso il Comune di Barletta. Gli eventi si concluderanno l'1 giugno nella ricorrenza della caduta sul Carso del sergente Giuseppe Carli, prima medaglia d'oro al valor militare.