giovedì 26 febbraio 2015

Giuseppe Carli, un eroe come tant


La scuola "Baldacchini" rievoca il giovane barlettano, caduto in guerra



 12 Dicembre 2014 
Nel centenario della prima guerra mondiale, la scuola media "Baldacchini" ha ricordato Giuseppe Carli, soldato barlettano, prima medaglia d'oro alla memoria d'Italia. Per l'occasione, è arrivato a Barletta il suo pronipote, il generale di Brigata Gaetano Carli, che ha ricordato il suo illustre prozio, in un appassionato ricordo del giovane Giuseppe, scappato di casa a 19 anni per arruolarsi nei bersaglieri e infervorato da ideali patriottici e risorgimentali, andare a combattere. In una precedente intervista rievocammo la figura di Giuseppe Carli.

L'accoglienza del generale Carli è iniziata con l'esecuzione dell'inno nazionale da parte degli alunni e sotto la supervisione della prof.ssa Anna Maria Capuano, si è continuato con la lettura della poesia sulla bandiera italiana. In seguito, tutti nell'auditorium, dove la giornalista Floriana Tolve ha moderato l'incontro. Il generale Gaetano Carli ha spiegato agli attenti alunni come la guerra uccida la cultura, di come si debba celebrare il centenario della prima guerra mondiale senza retorica, spiegando che bisogna esser fieri di essere italiani e che gli eroi – suo prozio Giuseppe – siano spesso persone normali che fanno il proprio dovere ogni giorno, e proprio Giuseppe è stato un ragazzo come tanti altri della sua generazione, sacrificatosi per una guerra, spesso non voluta, ma combattuta lo stesso, per difendersi dagli invasori.

L'incontro col generale Carli ha avuto un intervento introduttivo della prof.ssa Antonietta Magliocca, presidentessa della società di Studi Patri, che ha letto alcuni stralci della lettera che Giuseppe Carli inviò ai suoi genitori dal fronte. A seguire, gli alunni Giovanna Pedico e Antonio Lionetti hanno recitato una "intervista impossibile" a Giuseppe Carli, dove lui stesso parla e si racconta. La giornata si è conclusa con le domande degli alunni al generale Carli e gli interventi di Ruggiero Graziano (presidente ANMIG – Barletta), che ha fornito cimeli di guerra e del prof. Luigi Dicuonzo, che ha presentato un lavoro sulla prima guerra mondiale.

Il 14 aprile 2015, il comitato Tricolore Italiani nel mondo (Sezione Nord America) e il Comitato Italiani all'Estero, onoreranno a S. Antonio (Texas) il bersagliere Giuseppe Carli. La cerimonia si svolgerà davanti l'effige della Madonna della Sfida.

Sono intervenuti:
Floriana Tolve – giornalista VivaSveva24
Prof.ssa Antonietta Magliocca – presidentessa della Società di Studi Patri – sezione Barletta.
Prof. Luigi Di Cuonzo – responsabile dell'Archivio della Resistenza e della Memoria.
Ruggiero Graziano – presidente ANMIG (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra) – sezione Barletta.
Azzida, 14 maggio 1915

"Carissimo padre,
A voler dire la verità, ho dovuto attendere sino ad oggi per poterti scrivere. Ho mandato a mezzo di un caporal maggiore di Canosa, che era con me e che poi è venuto a Barletta, un bigliettino diretto a mio fratello perché giusto come mi aveva scritto doveva ritornare da Minervino il giorno 3 mentre poi non è ritornato. Non ho potuto scrivere prima perché sin dalla settimana scorsa siamo stati a lavorare sui monti a fare le trince e le strade di comunicazione perché questa povera regione era ed è ancora priva di strade. Essendo stati in montagna, alla mensa non abbiamo più potuto convivere e perciò abbiamo dovuto mangiare con quelle 2 lire che ci danno di paga. Figurati, non avanzava nemmeno un soldo e non si era mai soddisfatti, perché i viveri vanno molto cari. Basti dire che il pane costa ad 80 centesimi al chilo, e poi è pane nero, poco cotto come la pasta. Un piatto di riso fatto così alla buona ci costa L. 0.40, una bistecca L. 0,50. Figurati se le 2 lire bastano al giorno a voler mangiare, limitatamente 2 volte al giorno.

Di conseguenza poi, benché avrei potuto fare una scappatina a Cividale per farmi le fotografie, non ci son potuto andare perché senza un soldo. Non dico che io volessi richiedere questa grossa somma di denaro, per andare a Cividale, mi basterebbe anche 5 lire per farmi le fotografie. Mi potrai dire che non si sa di dove prenderle. Si, ma quella gran buona mamma potrebbe dare una cinquantina di soldi, la nonna potrebbe dare una liretta, tu volendo, sacrificandoti potresti metterci qualche altro soldo e anche a non voler spendere, 0.40 per spedirle a mezzo raccomandata, potresti metterle in una lettera regolare, ben chiusa, con un indirizzo chiaro, e la busta della lettera piuttosto di carta opaca, perché mi arrivino lo stesso con la semplice spesa di cent. 10. Volendo potresti mandarmeli facendo un sacrificio enorme.

Per i fatti successi in Libia, è probabile che le nostre compagnie mandino dei rinforzi in Tripolitania. Lì ci sarà bisogno di sottufficiali; io vi farò domanda di andarci perché qui mi son seccato veramente di stare. Forse ed è probabile che il giorno 20 andiamo via da Azzida e andremo sopra un monte coperto di neve, il più alto e si chiama Matajur sopra il quale passa il confine. Là poi non ne parliamo di poter andare a Cividale perché c'è la distanza di 34 Km. perciò allora sarà impossibile farmi le fotografie. Noi qui abbiamo saputo che l'onorevole Salandra sta facendo le sue dimissioni dal potere, e si dice che verrà quella testa matta di Giolitti. Sarà certo un bello sconvolgimento al Senato, ma per conto mio e a parere di tutti quanti ne siam qui, la guerra si deve fare se non per volontà della nazione poiché l'Austria sarebbe disposta a cedere un bel tratto del Trentino, della Gorizia sino all'Isonzo e due isole della Dalmazia che non sono propriamente quelle richieste dall'Italia, ma la guerra la deve fare per poter affermare i suoi diritti ed anche perché è obbligata dall'Inghilterra che sin ora ci ha fornito tutti i mezzi. Poi lo scopo di questa guerra non sarebbe limitato alla semplice richiesta di quel territorio, ma essa ha l'obbiettivo pure di disfare, di annientare, di distruggere la Germania e l'Austria.

Questo è proprio lo scopo della guerra europea, se non fosse questo il fine, l'Inghilterra nemmeno sarebbe stata una nazione belligerante, la pace europea da quanto tempo si sarebbe fatta. Il resto, tutte quelle cose che si dicono, son tutte chiacchiere, sono semplicemente voci che corrono col vento; ma quello è il fine di questa guerra, e l'Italia è anche essa obbligata alla partecipazione. Questa mattina mi è arrivata una lettera di mio fratello la quale mi annunzia che sei ammalato. Che cosa hai? Nientemeno che non mi fai sapere niente, e poi da casa non me lo potevano scrivere? Fammi sapere qualche cosa. È da un anno e tre mesi che sto fuori casa, e quant'anche ci siamo scritti, non son riuscito a sapere niente della particolarità di famiglia. Perché questo? Perché non dirmelo? Così anche di mio fratello, non ne ho saputo mai di quel che ha combinato.

Tutti i giorni, qui da parecchi bersaglieri richiamati vengo a conoscenza di tante piccole cose a me veramente ignorate e che nemmeno da me solo potevo immaginare. La mia famiglia è quella stessa di prima? Non ha fatto nessun cambiamento? È ancora la stessa babilonia? Son cose veramente incredibili; io non son di convincermi; son persuaso che sia proprio così. Io non lo so; ancora in campagna state ad abitare? Come gli arabi? Non vi sentite privati di un po' di decoro personale? Come mai che la mia famiglia è ridotta così proprio ai minimi termini, proprio al di sotto di quelle di origine cafonesche? L'abbiamo un po' d'amor proprio? Mio fratello Vincenzo non è come prima, un lazzarone? E Giovanni non sarà peggio di Vincenzo? Scommetto che quegli non saprà nemmeno scrivere il suo nome e cognome perché si vedeva che era il più svogliato, e anche perché non gli saranno stati dati tutte le cose necessarie per un bambino. Che fa? Si ricorda di me, scommetto che no. Forse non saprà nemmeno che oltre a Gaetano, a Vincenzo, abbia un altro fratello quale sono io. Questo poi non solo si estende su Giovanni, ma a tutto il resto della famiglia che non sa che anch'io ci sono tra i viventi su questa terra. Non continuo più perché come si vede mi viene a mancare anche la carta. Non faccio altro che salutare tutti e tu abbi i miei abbracci.

Tuo figlio Giuseppe

Fammi sapere tutto ciò che ho domandato e scrivimi presto. Se puoi spedirmi un cinque lire, mandamele subito se no nemmeno le fotografie mi posso fare".
http://www.barlettaviva.it/notizie/giuseppe-carli-un-eroe-come-tanti/ 

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